GARDENIA BLU (1953, NOIR, USA. FRITZ LANG)
In ITALIANO cliccando su https://youtu.be/qLyDZ5hXMlU?si=L75fB1yuNxRurost
Norah (Anne Baxter) viene lasciata dal suo fidanzato, di stanza in Corea, che nel giorno del suo compleanno le annuncia per lettera di amare un'altra. Sfoga la sua tristezza accettando l'invito di Harry Prebble (Raymond Burr), pittore cinico e donnaiolo che frequenta spesso la centrale telefonica in cui lei lavora assieme alle sue due coinquiline. La conduce al locale GARDENIA BLU, dove la fa ubriacare e la conduce da lui e tenta di approfittarne. Lei,il mattino seguente, si sveglia all'improvviso. Di quella notte ha ricordi vaghi, un attizzatoio, uno specchio infranto, lei che fugge in tutta fretta a piedi nudi per la strada in mezzo alla pioggia, con la testa che le scoppia..il giorno dopo, Harry viene trovato morto. Tra i primi ad accorrere c'è Casey Mayo (Richard Conte), giornalista cinico in cerca della notizia da pubblicare con il mostro da sbattere in prima pagina e del caso da creare per darlo in pasto ai media. Norah stessa, dopo i primi tentativi maldestri di cancellare gli indizi che la inchioderebbero, viene ingannata, si fida di lui e viene arrestata dalla polizia. Ma Casey, in quei momenti, aveva cominciato a guardare diversamente Norah, finendo per innamorarsene e per non credere più alla sua colpevolezza. Finale davvero sorprendente.
In questo film c'è tutto Fritz Lang, semplificato dall'esperienza hollywoodiana ma sempre coerente con sé stesso e con le sue origini espressioniste. Il regista incrocia l'interesse per il Noir e quello per gli innocenti perseguitati da una giustizia nemica e da Mass media interessati solo a montare il caso e non a cercare la verità (come in Furia, 1936, e Sono innocente del 1939), reso più snello ed essenziale rispetto al tono barocco e squarciante del suo ultimo periodo tedesco (M, il mostro di Dussendorff, 1933), conducendo, già a partire dalle pellicole anni '40 come La donna del ritratto (1944), un'analisi della società americana dura, spietata, cinica e schiava dei suoi stereotipi sessisti (gli uomini che si vantano dei propri successi sessuali con aria da gradasso, le donne orgogliose della propria condotta di mogli fedeli o fidanzate modello) che risulta altrettanto amara di quella della società tedesca prossima all'avvento di Hitler riscontrabile nei film girati in Germania. E che sarà portata avanti nei lavori seguenti, con grsnde coerenza formale.
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