PANE, AMORE E FANTASIA (LUIGI COMENCINI, 1954. ITA, COMMEDIA)
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Film girato in Bianco e nero.
In un paesino dell'Alto Lazio isolato dal mondo giunge il nuovo Maresciallo (Vittorio De Sica), inguaribile donnaiolo. Lì trova pane per i suoi denti. Punta subito gli occhi sulla "Bersagliera" (Gina Lollobrigida), la più avvenente e furba delle giovani del posto...ma anche la più povera, sempre in groppa al suo asinello per cogliere qualche frutto o verdura da rivendere per pochi soldi. Tuttavia, la ragazza ha occhi e cuore soltanto per un giovane e imbranato carabiniere Veneto, in paese da otto mesi. Il Maresciallo, tuttavia, incontra la bella infermiera che cura tutti gli abitanti del villaggio in una casa, intenta a dare una mano alla moglie partoriente di un contadino, mentre nel frattempo i rapporti tra la Bersagliera e il carabiniere sono altalenanti, con la ragazza sempre più innamorata e decisa ad andare fino in fondo. Lieto fine assicurato.
In quegli anni, Renato Castellani girava Due soldi di speranza, dando inizio alla crisi del neorealismo classico (cui Pietro Germi, due anni dopo, con Il ferroviere), dando inizio a quella corrente denominata Neorealismo rosa.
Comencini contribuisce a questa nuova fase, sorprendendo la vita dei suoi indimenticabili personaggi in un contesto tradizionale, dominato dal fatalismo dovuto a una miseria atavica e quasi attaccata alla loro pelle, in cui gli echi di un mondo che comincia a cambiare sono ancora flebili, con in primo piano i luoghi tipici del paese (parrocchia, caserma, csss del Maresciallo ecc.) e le sue figure canoniche; il prete, le giovani parrocchiane, le immancabili pettegole, i contadini, il Maresciallo e la sua domestica (che ha il volto della straordinaria Tina Pica). Nei tre sequel, di cui uno solo (Pane, amore e gelosia, 1955) diretto da Comencini, il livello qualitativo comincerà a scendere pian piano.
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