IL MIO NOME È NESSUNO
Su tutte le maggiori piattaforme, in vendita o a noleggio, da 2.99 euro.
Pensa che bello..centocinquanta figli di puttanata scatenati a cavallo da una parte...e dall'altra parte tu, solo.
Il mito del West che esce di scena da par suo...mandando all'inferno centocinquanta delinquenti della peggior specie, un vero MUCCHIO SELVAGGIO. Finale decisamente sorprendente, con entrambi che riescono ad ottenere quanto volevano.
Pur firmato da Valerii, il film è del tutto leoniano. Egli gira di persona le scene migliori, tra cui tutto l'inizio (omaggio a Il buono, il brutto e il cattivo), la scena del duello coi cappelli al cimitero indiano (ripresa dalla scena analoga di Per qualche dollaro in più), lo scontro epico e magniloquente tra Beauregard e il Mucchio selvaggio e il finto duello finale. Sergio si diverte ancora una volta a smontare e rimontare il mito del West, quasi a destrutturarlo, quasi riportando, come il genere ha sempre fatto, a raccontare non solo il West quanto, soprattutto, quella degli anni degli hippy e dell'autopsia. Per questo sceglie di affiancare a Fonda, il mito del genere hollywoodiano per eccellenza, l'anti-mito per eccellenza, Trinità. Portato, a detta dello stesso Hill, ad un grado di consapevolezza cui il personaggio non era del tutto abituato. Per strada, oltre ad auto-omaggiarsi, il regista romano si toglie qualche sassolino dalle scarpe, usando il.nome di Sam Peckimpah (reo di aver rifiutato di dirigere Giù la testa) nella lapide di un morto del cimitero, e chiamando Mucchio selvaggio l'orda dei 150 fuorileggevaffrontati da Beauregard.
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Si raccomandano rispetto, educazione e un linguaggio non volgare