TI RIPRESENTO I TUOI (DANY BOON. FRANCIA, 2018. COMMEDIA)

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Valentin Duquesne è un acclamato Interior designer che lavora a Parigi, ha una relazione sentimentale con la sua bella collega Constante, e con lei vive in un appartamento di lusso, pieno di oggetti progettati da lui stesso, tra feste, costosi vernissages, soci in affari non molto affidabili nè disinteressati (il padre di lei) e amici che sono tali solo quando hanno bisogno. Ma non vene da quell'ambiente. Ha nascosto a tutti la sua origine operaia, il padre pasticcione, la madre paesanotta, il fratello alcoolizzato e spostato con una sua ex fiamma. Ma quando la stessa genitrice pensa di fargli gradita sorpresa venendo a festeggiare i suoi 80 proprio a Parigi, con lui, e a sua insaputa, scoppiano le incomprensioni, con tutti quegli zoticoni che evidenziano un accento  ch'tit che lui ha tentato, in questi anni, di rimuovere. Ma un giorno viene investito e perde la memoria  degli ultimi decenni trascorsi a Parigi,  tornando con la testa agli anni in cui era solo un ingenuotto di provincia. La ragazza e il padre di lei si prodigano per fargliela ritornare, ma ciò fa riemergere, in seno alla famiglia, vecchi rancori, e sembra che in seno alla famiglia ci sia una rottura insanabile. Tuttavia, Valentin, con l'aiuto della madre e di Constance, man mano che recupera la memoria si rende conto che il suo mondo parigino era falso e di plastica, ma non solo...si rede conto che il padre della donna pensa solo agli affari, e in un flash ricorda che ad investirlo involontariamente fu lui, che vuole solo trarre vantaggio da questa situazione.

Proprio vero, il cinema di genere vive di archetipi, sostanzialmente si basa su pochi ingredienti. Ci vuole poco a scivolare nello stereotipo (Parigi e il suo mondo squillante, la colonna sonora Jazz), e la bravura di registi e attori sta proprio nel mescolare bene questi ingredienti ingredienti. Per cui il Dany Boon regista offre questi elementi al Dany Boon attore e ai suoi sodali, aiutandoli nel governare con sapienza i passaggi di registro, i contrasti tra due mondi (presentissimi nel cinema fin dalle origini) e gli inevitabili riferimenti a GIU' AL NORD (suo film migliore e più conosciuto), evitando di fare copia e incolla di  questa pellicola (di cui c'è gran parte del cast, persino un cameo di Kad Merad. Tutti affiatatissimi) e riuscendo a regalarci una piccola gemma raffinata e non banale. 

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