RING UP THE CURTAIN (Alfred J. Goulding. USA, 1919, comico) - film muto, B/N

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Un manager di un piccolo teatro, in crisi  dopo aver licenziato un gruppo di scalcagnati macchinisti, si  trova a doverli rimpiazzare all'ultimo, e deve affidarsi all'unico rimasto (Harold Lloyd) per condurre in porto lo spettacolo previsto di balli e magia. Ma la troupe sta arrivando, in più l''ultimo arrivato è più pasticcione e incapace degli altri, e per giunta si mette a fare gli occhi dolci durante lo show alla prima ballerina (Bebe Daniels), finendo per entrare durante lo spettacolo suscitando l'ironia generale. In aggiunta, ci si mette  un serpentello scappato dal set degli effetti speciali del mago a suscitare lo spavento generale e ogni sorta di capriole e salti da Vaudeville.


Dodici minuti. Bastano al protagonista per delineare un personaggio divertentissimo (da lui ideato a partire dalla sua esperienza nei circhi di mezza America, come d'uso ai tempi) che, abbandonati i risvolti smaccatamente chapliniani della sua prima maschera (Lonesome Luke), dà i primi tratti di quel personaggio elegante (qui, però, non lo è), divertente, ironico e con un occhio alle  ragazze e un altro all'America ottimista pre-1929, che garantirà ad Harold un posto importante nella storia del cinema americano, a partire da corti come questo e dal suo capolavoro, Preferisco l'ascensore (Fred Newmeyer e Sam Taylor, 1923). La ballerina, qui, è interpretata da Bebe Daniels, futura moglie di Lloyd, che lo seguirà nel successo e nel terribile tonfo artistico e umano a partire dal '29, fatto di alcool, stupefacenti e figli morti.

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