LAWLESS / JOHN HILLCOAT 2012

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Contea di Franklin, Virginia, 1929-33. Siamo all'epoca del proibizionismo, in un villaggio. I tre fratelli Bondutant (Forrest, Howard e Jack) gestiscono una stazione di servizio e un ristorante come paravento per la loro attività illegale di produzione e contrabbando di alcoolici. In un mondo corrotto, anche la legge non fa eccezione, e i tre sono costretti a ingaggiare una lotta contro il potente vice-procuratore Charley Rakes, venuto da Chicago, che,  spalleggiato dai pavidi rappresentanti locali del potere costituito, usa la violenza per imporre la divisione dei guadagni illeciti, coinvolgendo in una lotta sanguinosa anche i loro affetti più cari. Jack,  in particolare,  s'innamora della figlia del pastore protestante ed assiste all'assassinio da parte degli sgherri del vice-procuratore del suo miglior amico. Il tutto si conclude, dopo violenze di ogni tipo, in una sanguinosa resa dei conti tra i tre e la gang di Rakes (che viene ucciso) a seguito della quale i tre, dopo la fine del proibizionismo,  escono dall'illegalità e si sposano. Ma Forrest,  su cui aleggia una sorta di leggenda che ne decanta la presunta invincibilità,  muore in modo banale,  beccandosi una polmonite.

Il lavoro è basato su fatti realmente accaduti,  da cui Matt Bondurant, pronipote di uno dei protagonisti, ha tratto il romanzo La Contea più fradicia del mondo, da cui è nato il soggetto del film, sceneggiato da Nick Cave e diretto dall'australiano John Hillcoat (La proposta, 2005, su questo blog). Hillcoat e Cave si trovano benissimo in queste atmosfere e inquadrano alla perfezione un mondo di cui, solitamente, il cinema ha approfondito solo le storie legate alla malavita cittadina (si pensi ai magnifici Gangster movies degli anni trenta del novecento come Piccolo Cesare, 1931, Marvin LeRoy, o Scarface, 1932, di Howard Hawks). Qui non ci sono luci al neon, strade larghe e champagne, ma buio, pozzanghere, alcool di cattiva qualità e cascati di vite che la città l'hanno vista dalla parte sbagliata o ne subiscono la violenza, che Hillcoat inserisce in un'atmosfera di decadenza, orchestrando con maestria gli eventi e i personaggi e immergendosi in quel contesto lucido e decadente tanto caro a Nick Cave, cui si deve anche la splendida colonna sonora. 

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