I DISPERATI DI SANDOR / 1966 MIKLOS JANCSO
Film ungherese, caposaldo del nuovo cinema che, a partire dai fatti del 1956, si era affermato in quel paese. Jancso, ex-marito di quella Marta Meszaros che abbiamo visto in questo blog ne "LA SETTIMA STANZA", racconta per sommi capi (e con un budget evidentemente limitato) il clima di sospetto è delazione creati ad arte da chi ha represso nel sangue i motivi di Sandor del 1866, vale a dire quelle agitazioni che, staccandosi idealmente dai moti indipendentisti del 1848, furono caratterizzati da una valenza "sociale " che, tra le righe, il regista ( poi passato a una posizione più moderata) lega ai moti di massa che, dal 1868, agiteranno l'Europa. Per raccontare ciò, per far respirare il racconto, sceglie, con un'inusitàta semplicità e affettazione, il regista stesso sceglie uno stile secco ed essenziale, molto didascalico e molto in sintonia con gli umori sessantottini. Significativo, inoltre, che egli scelga di aprire e chiudere con l'inno tedesco, come a stabilire una continuità tra la violenza della repressione di quei moti e quella nazista.
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Si raccomandano rispetto, educazione e un linguaggio non volgare