IL RITORNO DI RINGO (WESTERN, ITA 1966. DUCCIO TESSARI).


Recensione d'archivio presa dal mio profilo FACEBOOK 

Premesso che questo film nulla ha in comune se non il nome di Ringo, il regista e parte del cast, con Una pistola per Ringo, uscito un anno prima.  Questa è opera certo più complessa dell'altra, se non altro per la derivazione dai miti e dalla grande letteratura (l' Odissea di Omero), a conferma del fatto che il nostro western unisce ai ricordi hollywoodiani reminiscenze della cultura classica, comein unasorta di rimescolamentodi miti antichie moderni molto originale, che scava fino alla radice del mito per poi rivoltando completamente.  

Ringo \ Ulisse torna dalla guerra civile ma scopre che la sua ricca casa è occupata e depredata da una banda di spietati messicani, che hanno diffuso la falsa voce della sua morte per permettere al figlio maggiore di sposare la vedova e tenere in ostaggio la bambina che Ringo non aveva mai visto. Ma, nello spirito di Ulisse, l'eroe mette in moto la sua intelligente scaltrezza, con alcuni amici anch'essi di derivazione omerica, facendo piazza pulita dei cattivi, secondo quel miscuglio tra azione ed ironia che, anticipando qualcosa di Trinità, costituisce la risposta tessariana al mondo di Leone, o meglio la sua reinterpretazione, mai caduta, nell'imitazione che in tanti fecero.

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