11 SETTEMBRE 2001 / AUTORI VARI


SILENZIO/ CLAUDE LEOLUCH (IN ITALIANO) 

KEREN MOR / AMOS GITAI, ISRAELE (IN ITALIANO)

EPISODIO DI ALEJANDRO GONZALEZ INARRITU, IN ITALIANO

LUCE E FIORI. EPISODIO DIRETTO DA SEAN PENN, IN ITALIANO



11 REGISTI da ogni parte del mondo, a raccontare come loro, il loro mondo, hanno vissuto il momento tragico e tremendo legato a quel giorno terribile, ai suoi morti, al rogo delle torri Gemelle. Modi certo diversi, in alcuni casi più umani e in altri (Ken Loach, Jussuf Chainine) sfacciatamente di parte e legati ad altri 11 settembre su cui hanno raccontato soltanto in parte la verità /Ken Loach, che istituisce un inaccettabile paragone <tr due 11 settembre: qello per cui è stato chiamato a  dirigere questo episodio e quello - pur tremendo - che si visse in Cile con l’avvento del criminale fascista Pinochet,con Salvador Allende, non certo migliore, quasi santificato e di cui si “dimenticano” i legami con le “democrazie” di Cuba e dell’URSS).

Ma c’è un modo più intelligente di raccontare il cuore di chi, da ogni parte del mondo, ha vissuto questa tragedia. Quello di Samira Makhmalbaf, giovane regista iraniana che amiamo molto, che ha trattato un tema molto caro a lei (l’educazione dei bambini in Iran e Afhganistan), raccontando l’accaduto attraverso la descrizione delle facce innocenti dei bimbi di una scuola per rifugiata a cui la giovane maestra comunca la notizia.
O quello di Idrissa Ouedraogo, burkinabè, il più grande regista dell’ Africa equatoriale assieme a Ousmane Sembene, Gabriel Kaborè e Abdellhramane Sissako, il quale fa un elogio del valore dell’amicizia immaginando addiritturaBin Laden a Ouagadougou “spiato” da quattro ragazzini amici per la pelle, disposti a tutto e interessati alla taglia da 25 milioni di dollari non per  avere ville e donne ma per ottenere i soldi che servono per le cure della madre di uno di loro, gravemente malata. O l’episodio di Leoluch, in cui l’amore tra i due protagonisti che abitano a due passi dal WTC si esplica, essendo lei sordomuta, attraverso tutta una serie di gesti e sguardi valorizzati dalla scelta del regista di rinunciare all’audio per rimarcare la situazione della ragazza. Ma, appunto, c’è modo e modo di reagire alla barbarie...augurandosi vendetta con ragionamenti disumani o mettendo in gioco l’umanità di ciascuno.

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