BEETHOVEN (1992, COMMEDIA). DI BRIAN LEVANT

REGIA: Brian Levant. CON: Charleg Grodin, Bonnie Hunt


Non è del celebre compositore che nel film si parla  , ma di un grosso Sanbernardi, che invade con tutta la sua corpulenta presenza la villetta e l'esistenza della famiglia di Charles Grodin, già sodale di De Niro in Prima di mezzanotte (Martin Brest, 1988) e qi premuroso padre di famiglia nella classica cittadina spielberghiana, Pur sapendo dell'amore che i figli nutrono  nei suoi confronti, egli non ama questo cagnone intelligentissimo. Alcuni episodi, in realtà orditi da un cativone che, fingendosi veterinario e desiderando l'animale, vuole sopprimerlo per degli strani esperimenti sui cani fatti solo per scopi pecuniari, lo convincono  a far sopprimere Beethoven, attirandosi l'odio di tutta la famiglia. Pentitosi, torna  a richiedere il cane e scopre la magagna, con l'aiuto dello stesso cane, che nel frattempo si era liberato e aveva liberato gli altri amici a quattro zampe destinati alla morte.


Certo, non è consolante che  sia un cane (e non altri fattori) a garantire l'unità di una famiglia. Ma i caratteri dei personaggi riflettono la visione con happy end della commedia americana classica, mescolando abilmente Frank Capra e Spielberg, e offrendo due ore di  sano e ottimistico intrattenimento, all'insegna dell'esaltazione dell' American way of life. Di questi tempi, tra pandemie e guerre, non è poco. Quattro sequel (di cui solo il n. 2 col cast originale) più modesti.


VISIBILE (NON SO FINO A QUANDO) SU NETFLIX, NOLEGGIABILE SU GOOGLE PLAY.

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