IL GRANDE SILENZIO (WESTERN, ITA/FRA 1968. Sergio Corbucci)
CONSIGLIATO SOLO A UN PUBBLICO ADULTO.
Snow Hill, 1898. L'amnistia promessa dal nuovo governatore non è ancora operativa. In zona ci sono gli ultimi ex-galeotti, ormai ridotti alla fame,che si danno alla macchia in attesa che il provvedimento diventi legge. Ma c'è chi non è d'accordo: Tigrero (Klaus Kinski), bounty-killer, che, spalleggiato da Pollicut, un potentato del posto (Luigi Pistilli), giunge al paese con I suoi complici per fare bottino. Ma una giovane, vedova di un uomo da lui assassinato, cerca vendetta e chiama Silenzio, pistolero muto (Jean-Louis Trintignant) in cerca di vendetta contro Pollicut che, assieme a un gruppo di rappresentanti della legge , gli ha ucciso il padre e lo ha reso muto affinché non parlasse. Finale sorprendente, in cui vincono i cattivi.
Sicuramente il miglior film di Sergio Corbucci dopo DJANGO (1966), scritto con il fratello Bruno e Mario Amendola. Il suo West parte da elementi già presenti nella trilogia leoniana del Dollaro, prendendone a prestito certi elementi tecnici (i primi piani che stringono su certi particolari, come il grilletto e la canna della pistola, gli occhi, il bicchiere di Whisky) e limitandone altri (non troviamo i lunghi duelli finali), e il paesaggio (la neve della Val Badia, dove il film fu girato) è usato in maniera ancor più personale, cupa e scura rispetto a Leone. Film amatissimo da Tarantino, che ad esso s'ispirò per The hateful eight. Cast molto vario, con Jean-Louis Trintignant (IL SORPASSO, LA CIOCIARA), Klaus Kinski (habitué del western italiano), i leoniani Luigi Pistilli e Mario Brega, Marisa Merlini e Vonette McGee, futura star della Blackploitation made in USA.
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