IL COLORE VIOLA (1985, STEVEN SPIELBERG. USA, DRAMMATICO)
1909, profondo Sud degli Stati Uniti. La vita di Celie (Woopy Goldberg), 14 anni, è triste, come quella delle donne di colore in quegli anni. Vive con sua sorella Niette nella casa del padre, che violenta regolarmente tutte e due. Celle ha dal genitore due figli che le vengono brutalmente strappati e mandati in adozione. Viene data in sposa ad Albert (Danny Glover), vedovo e padre di tre figli, e regolarmente stuprata da costui, il quale prova a rivolgere ora le sue attenzioni a Nettie, scappata dalle violenze paterne e venuta a chiedere ospitalità a Celie. Nettie le insegna a leggere,ma Albert tenta di abusarla. Nettie non ci sta, e scappa di casa promettendo a Celie che non si separeranno mai e che le scriverà regolarmente. Ma Albert intercetta e nasconde regolarmente le lettere, e Celie non saprà più nulla di lei. Passano gli anni, ,e Celie vive in casa come una schiava. Ma il ritorno di Shug Avery, ballerina, cantante e ex-amante di Albert, cambia le cose. Albert è del tutto soggiogare da lei, e pian piano sia Celie che suo figlio Harpo, che non tratta la sua sposa Sophie come lui fa con Celie, cominciano a ribellarsi. Tantopiù che Celie scopre le lettere nascoste di Nettie, che rivela di essere stata con suo marito e I due figli di Celie che aveva adottato in Africa, da dove è tornata.
Spielberg vinse una cosa scommessa con i suoi detrattori: dimostrare di non essere solo regista di film per ragazzi o blockbuster. Sceglie il romanzo omonimo di Alice Walker e si china Sulla materia letteraria con commozione, ribadendo il suo interesse per quello dall'infanzia. Il film ebbe buoni risultati al botteghino e ricevette 11 Oscar.
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