QUEL GRAN PEZZO DELL'UBALDA TUTTA NUDA E TUTTA CALDA / 1973 MARIANO MARIANO LAURENTI

 Commento a una recensione al film pubblicata DALL'UNITÀ tempo addietro e firmata Walter Veltroni.

FENOMENOLOGIA DI UN EX VICEPREMIER, ORA CRITICO CINEMATOGRAFICO, SULLA SUA RECENSIONE A "QUEL GRAN PEZZO DELL'UBALDA TUTTA NUDA E TUTTA CALDA" (1973)

DI: Mariano Laurenti; CON: Pippo Franco, Edwige Fenech, Karin Schubert.



 Oibò....cosa leggono im miei occhi "reazionari"

Che QUEL GRAN PEZZO DELL'UBALDA, questa mediocre storia decamerotica in costume (figlia degenere dei successi di Monicelli e Pasolini con cui condividono l'ambientazione boccaccesca e null'altro) di mariti cornuti a tutti i livelli, pittori, chiavi di castità da museo dell'orrore, matrone vogliose e piuttosto inclini a liberarsi dei vestiti, 'ndo cojo cojo, "mazze" troncate di netto, dialettalismi opposti tra loro, ovvietà e battutacce da postribolo che comunque strappano inevitabilmente qualche risata, oltretutto diretta senza alcun talento, come sempre,dal maestro del nulla Mariano Laurenti (Mentore di Alvaro Vitali, che onore...), sia diventato un cult movie del thrash non ci sorprende, data la tendenza di questi tempi decadenti a rimestare nel torbido e rinvenire tra la spazzatura inesistenti "gioielli". Ma che certa critica improvvisata e "illuminata" di qualche ex vicepremier ed ex di tutto, ex sindaco della capitale (e anche juventino), che ha qualche problemino con il numero zero, confondendo 20.000 con 200.000, confondendo il Circo Massimo col Maracanà, utilizzi pellicole mediocri come questa per puri motivi di polemica e senza affrontare nello specifico il film fa capire l'elevatezza del "senso del pudore" di chi vede in questa schifezza priva di alcun valore un'arma per sconfiggere risorgenti integralismi bacchettoni e dislocare verso equilibri più avanzati (leggasi più attinenti al nostro modo di vedere, alla faccia della tanto declamata tolleranza) il comune senso del pudore. Per dirla tutta, il film ha «aiutato a sconfiggere risorgenti integralismi bacchettoni e a dislocare verso equilibri più avanzati il comune senso del pudore» (Walter Veltroni). 

 Nientepopodimeno... 

Ma addentriamoci nei particolari (non...QUEI particolari..che avete capito?)...secondo l'esimio W.W. nel film reciterebbero alcuni "ottimi (massì, esageriamo) caratteristi". Beh, a questo punto il mio cervello reazionario e borghese chiede a quello democratico e progressista di fare qualche nome e non mantenersi sul generico...non li fa? A quali attori si riferisce tra i membri del cast? Forse a Pino Ferrara e Umberto D'Orsi, che accanto a titoli imbarazzanti hanno collaborazioni importanti..ma la Fenech e la Schubert (quella, poi...)?

In conclusione, il mio cervello barbaro, bigotto e retrogrado consiglia al genio degli zeri di imitare Umberto Eco (che stimo pur non essendo d'accordo su certe cose) e rispondere al suo libro FENOMENOLOGIA DI MIKE BONGIORNO con una FENOMENOLOGIA DI PIPPO FRANCO (o Alvaro Vitali, o altri)? In alternativa, ci sarebbero solo da noi attori e registi che attendono solo una sua illuminata rivalutazione che tolga la loro "esimia" filmografia dal campo degli Z-movies o thrash, o camp, o scult movies o mille altri nomi, mettendola nell'empireo dei film contro il moralismo bacchettone e bigotto eccetera. Tanti i nomi, spesso nascosti da pseudonimi inglesi. Stelvio Massi, Marino Girolami, Edoardo Mulargia, Tanio Boccia e mille altri..

MA SOPRATTUTTO non veda in questi film quel che non c'è. A parte gusti e la sciatteria tecnica, essi mirano solo a far ridere..

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