VITE VENDUTE (HENRI-GEORGES CLOUZOT, 1953. FRA\ITA)


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C'è più distanza tra l'esotismo hollywoodiano da "tropici da studio" e questo film (ambientato in Honduras) che tra Parigi e questo cumulo di case, sulle cui strade polverose e fangose la fanno da padrone i cani affamati e gli avvoltoi in cerca di cibo (che non manca mai), abitate da locali senza un soldo e da avventurieri di Francia, Italia e nordeuropa ancor più straccioni, che per motivi comprensibili non trovavano salubre l'aria di casa e hanno scelto il caldo malato e sudaticcio di questo posto. Loro cercano un lavoro, per tornare (chi può, magari con le tasche gonfie di dollari, o chi non ha pendenze) o per riempirsi il piatto. E magari andare alla locanda del paese e ordinare qualcosa di diverso dalla gazzosa. In zona c'è petrolio, e una grande multinazionale di gringos ha bisogno di quattro camionisti esperti per trasportare della nitroglicerina. CHi meglio di loro può farlo? Nel cinema di clouzot gli eroi sono sempre reietti, figli di un mondo che li usa e li rifiuta, sbarazzabosene con un cinismo perfido. Non c'è spazio per loro. Tutto ciò è rso grazie a una fotografia quasi glaciale, impietosa, una resa fimica che rifugge gli stereotipi (tranne qualcoSa) e ad attori come Yves Montand, Charle Vanel e il nostro bravissimo Folco Lulli. Tutti eccezionali.

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