ABBASSO LA RICCHEZZA (ITALIA, 1946. COMMEDIA SENTIMENTALE. Regia: Gennaro Righelli).

 




Gioconda Perfetti (Anna Magnani) ha fatto fortuna con la borsa nera ed è è riuscita ad affittare una sontuosa villa disabitata appartenuta al conte Ghiani (Vittorio De Sica), costretto a viver nello scantinato di quella proprietàche un tempo gli apparteneva, sfollato nobile tanto gentile e di buon cuore quanto squattrinato, andando ad abitarvi assieme alla sorella Lucia  (Zora Piazza), innamoratasi di un ufficiale americano (John Garson) che la illude dicendole di essere ricco  e di volerla sposare. Nel tentativo di uscir fuori da una condizione sociale disagiata e di mettersi alle spalle il suo passato di fruttivendola, dandosi arie di eleganza e conducendo, con Lucia, un'esistenza sopra le righe. Fa amicizia con un gruppo di nobili che si rivelano una gang di imbroglioni e grassatori, perde molti soldi al gioco e investe in alcune società che falliscono, viene coinvolta in una retata della Polizia, e solo grazie ai consigli del conte (innamorato di lei, ma purtroppo costretto a lasciare Roma per lavoro) riesce ad evitare il carcere e torna al suo vecchio mestiere con Lucia, la quale, diversamente da lei, trova l'uomo giusto.


 Il regista salernitano Gennaro Righelli, dopo il successo del primo capitolo, mette su in gran fretta un Sequel , ingaggiando, in parte, lo stesso cast, cui, tra gli altri, si aggiunge De Sica stesso,  ma cambiando totalmente la squadra degli sceneggiatori (sei, tra cui lui stesso - che scrive pure la storia - e De Sica), e scegliendo di puntare ancor più decisamente rispetto al prototipo sul contrasto tra i dialetti  e sull'illusione piccoloborghese di cambiare il proprio destino  e di voler apparire a tutti i costi ciò che non si è. Anche qui, il rapporto con il cinema dei Telefoni bianchi è ormai evaporato, anche in considerazione del fatto che rappresentare un benessere che non c'era già ai tempi in cui questi film erano in voga appariva ai più come irrealistico. Qui si cerca di mostrare  ciò che non c'è ma che molti vorrebbero (la ricchezza, il mangiare tutti i giorni). Tuttavia (contrariamente al gusto neorealista) i drammi del periodo sono visti anche qui, più che altro, sullo sfondo della vicenda. Il film, nonostante gli strali della critica del tempo (in parte ritirati col passare degli anni),  ebbe un notevole successo, ripetendo i fasti del precedente lavoro. Anche in questo secondo capitolo, paga la scelta di assecondare il gusto del pubblico con una buona dose di stornelli romaneschi, pane quotidiano della straordinaria protagonista. 


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