ROSENSTRASSE (MARGARETHE VON TROTTA, GERMANIA / OLANDA, 2003 - DRAMM.)

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  Ruth è un'anziana donna ebrea che vive nella New York degli anni duemila. Ma la sua vita è stata indelebilmente segnata dagli ultimi anni della dittaturanazista, quando, bambina, viveva a Berlino. In lei, i ricordi della madre morta e degli avvenimenti drammatici cui dovette assistere sono indelebili, e l'hanno resa dura di cuore, anche verso i suoi figli e i nipoti. Così, nel corso del tempo, si è sforzata dirimuovere quei fatti dalla sua memoria. Ma essi, invariabilmente, le tornano in testa.. Divenuta vedova, nutre una grande avversione per il fidanzato dell'amatissima figlia Hannah, un non ebreo, e si è Rifugiata in un rispetto tutto esteriore della tradizione sefardita. Col mondo parla in inglese, ma con i figli usa il tedesco, perchè, dice, "è la mia lingua", e loro stessi sanno poco del suo passato.  Non vuole assolutamente che Hannah sposi il suo fidanzato. La figlia soffre per questo, ha bisogno di capire il mottivo di tale atteggiamento, e chiede aiuto a una sua zia, cugina di Ruth. Va in Germania, e conosce Lena Von Eschembach, la donna ariana con marito ebreo che la salvò, e apprende che Ruth, partecipò ai drammatici eventi successi tra il 27 Febbraio e il 7 Marzo 1943, sulla Rosenstrasse di Berlino, dove Lena e tante donne ariane, additate al pubblico ludibrio, si radunarono di fronte al carcere che ospitava i loro mariti ebrei, improgionati e tenuti in condizioni disumane, reclamandone la liberazione. Lena, ancora viva, le racconta tutto, e nel cuore della vecchia donna Ariana che aveva conosciuto e amato un marito ebreo tornano, nitidi, i ricordi di quei fatti drammatici, la faccia del suo Fabian, del fratello Arthur e delle donne coraggiose, che condividevano con lei questo status di reiette e volevano rivedere i loro uomini incarcerati in quel luogo infernale, e che diedero vita alla protesta. E i  ricordi, riportati da Hannah al suo ritorno, sciolgono il cuore di Ruth..


Fin dai tempi di Anni di piombo (1981), il cinema di Margarethe Von Trotta presenta sempre il difetto di farsi troppo sopraffare dalla cappa ideologica, di non riuscire a governarla bene. Quando la regista, pur non rinunciandovi, non soffre troppo di questi lacci, riesce, come in questo film, ad adattare le sue idee ad un racconto più sciolto, nonostante l'oggettiva difficoltà nella narrazione, ambientata in due distinti periodi storici senza l'uso del flashback. Avvalendosi di un cast di suoi antichi sodali, entra nei due personaggi principali con notevole forza, riducendone le distanze di tempo e spazio,  disgregando pian piano il muro che Ruth aveva eretto per cinquant'anni attorno a sè, per consenting a chi le vive accanto di conoscere il passato e guardare al futuri.

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