PAISÀ (ROBERTO ROSSELLINI, 1946, ITALIA)

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Film diviso in sei episodi, tutti diretti da Rossellini e scritti, tra gli altri, da Federico Fellini e Sergio Amidei.,  distribuito negli USA  (mercato privilegiato dei film di Rossellini) w in tutto il mondo dalla MGM.

Nel primo episodio,  Sicilia, un gruppo di soldati americani appena sbarcati vaga per le case di un paese affacciato sul mare alla ricerca di alcuni tedeschi in fuga.  Una giovane del posto si offre di portare il drappello in un'antica torre d'avvistamento diroccata a picco sul mare. Da qui proseguono,  lasciando sul posto la ragazza e un soldato di guardia.  I due,  nonostante la barriera linguistica,  provano a socializzare.  Ma un gruppo di soldati tedeschi li sorprende. Joe, l'americano,  viene ucciso. Carmela,  la giovane,  vedendolo morto,  si commuove e cerca di reagire ma è uccisa pure lei.  Al loro ritorno,  i soldati americani vedono i due corpi senza vita e pensano sia stata lei a sparare al loro commilitone. 

 Nel secondo, Napoli, Joe, soldato afroamericano della polizia militare, incontra Pasquale, giovanissimo scugnizzo con cui pare nascere una sincera amicizia,  nonostante la barriera linguistica. Ma il bambino,  approfittando dello stato di ubriachezza del soldato,  gli sfila via le scarpellpjjj. ed altro oggetti. L'uomo rivede casualmente il piccolo e lo rimprovera,  sottolineando la generosità dei vincitori verso gli sconfitti, ma poi si pente di quanto detto quando apprende che i genitori sono morti sotto i bombardamenti e si rende conto della miseria in cui vive il ragazzo. Finale amaro.

In Roma un giovane soldato americano racconta ad una prostituta del primo, indimenticabile,  incontro con una bella italiana,  che vorrebbe rivedere. La donna scopre con amarezza che era  lei la giovane in questione,  spinta a vendersi dalla fame. Si erano incontrati qualche tempo prima, ma era come se fosse passata una vita. 

In Firenze, una giovane infermiera inglese e un capo partigiano locale che si trovano aldilà dell'Arno, tormentati dalla paura, decidono di raggiungere la parte della città ancora in mano a tedeschi e fascisti per scoprire se l'uomo che lei ama  un partigiano chiamato Lupo  , è la famiglia di lui sono ancora vivi.  Finale disperato, tra mille trappole e tanti morti. 

In Appennino emiliano siamo nel periodo finale del conflitto, quando i tedeschi si arroccarono lungo la linea gotica. , a Savignano (Romagna), dove vive una piccola comunità di frati francescani, non troppo toccati dalle disgrazie e dalla rovina che li circondavano. Accolgono tre cappellani statunitensi, ma scoprono che uno dei due è protestante e l'altro ebreo, e ciò turba molto i cuori dei santuomini. Ma il giovane padre superiore ricorda ai confratelli che un'anima non può essere perduta finché è in vita e ha la volontà di salvarsi. Fa amicizia con il cappellano cattolico nel tentativo di salvare l'anima degli altri due, ma egli si rivela solidale con i compagni. Nonostante ciò, anche loro sono ammessi al psto, viene apparecchiata la tavola e anche i due in questione vengono sfamati. Il cappellano cattolico, alla fine del pasto, si alza e, pur ribadendo il su pensiero, ringrazia i frati per avergli impartito una grande lezione di umiltà e fatto ritrovare quella serenità perduta di fronte agli orrori della guerra.

Il sesto episodio, Porto Tolle , è ambientato nel delta del Po, dove militari americani dell'OSS (i servizi segreti, da cui nacque la CIA) e britannici del SOE, assieme ai partigiani, attaccano le spietate sentinelle tedesche di stanza presso le paludi del Polesine, provocando le loro crudeli rappresaglie, che si abbattono inesorabilmente sui civili, colpiti anche dai bombardieri inglesi sulla sacca degli Scardovari.


Rossellini racconta il riscatto collettivo del popolo italiano, ma lo fa senza eroismi di sorta, o meglio mostrandoci quell'eroismo quotidiano che, scevro da ogni trionfalismo in stile Istituto Luce che, in superficie, era presente anche nella sua opera precedente la svolta neorealista. Specialmente nei primi due capitoli, con la commovente figura della giovane Carmela, impietosita dalla morte di un uomo di cui non conosceva nulla e non comprendeva la lingua, arrivando fino a sacrificare la sua vita per chi era venuto da tanto lontano per liberarla. Al contrario, gli episodi ambientati a Napoli e Firenze, a nostro giudizio i migliori, possiedono una dimensione più corale e drammatica, presente tuttavia in ogni episodio e accentuata dalla scelta precisa del regista di non far ricorso ad attori professionisti (tranne alcuni nomi, Giulietta Masina qui in una parte brevissima, , Maria Michi e pochi altri), nello spirito del capolavoro del regista con cui diede inizio alla "trilogia antifascista", Roma, città aperta (1945).  E forse non è neanche un caso che Rossellini, due anni dopo aver esaminato gli effetti della sciagura bellica sul nostro paese, sentirà il desiderio di chiudere questa serie di tre film andando, per così dire, nella tana del lupo, a Berlino, dove, due anni dopo, girerà e ambienterà Germania anno zero. 


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