PANICO NELLO STADIO (1977. USA, POLIZIESCO)


 DI LARRY PEERCE.

CON CHARLTON HESTON, JOHN CASSAVETES, BEAU BRIDGES, WALTER PIDGEON.
Dieci anni prima, Larry Peerce aveva diretto un capolavoro del B-MOVIE come NEW ORK ORE TRE-L'ORA DEI VIGLIACCHI (con Tony Musante e Martin Sheene), mostranoci una città non da cartolina e in bianco e nero, con protagonisti due teppistelli che si divertivano a importunare i passeggeri di una linea del metrò notturno. Qui, invece, si trasferisce a Los Angeles, mette insieme un cast di star vecchie e nuove come si usava allora nei catastrophe movies e usa come set nientemeno che il COLISEUM, lo stadio del football che ospita la finale del Superbowl tra Los Angeles e Baltimora. Si diverte a costrure, a contorno della trama, storie improbabili come quella del giocatore che dopo aver fatto l'amore con l'amante va a messa e invece di prendere l'eucaristia porge al prete (suo vecchio amico) un biglietto per il match, o quella dello scommettitore indebitato e minacciato di morte. Qui, nella torre di controllo che svetta sopra la struttura, un pazzoide armato fino ai denti tiene sotto mira i giocatori, le personalità presenti alla partita e i 90.000 che affollano lo stadio. A stanarlo, il capitano di polizia Charlton Heston, che, coadiuvato da forze speciali, riuscirà nel suo intento ma non potrà evitare un bagno di sangue causato dall'assassino che sceglie i bersagli a caso e dal fuggi fuggi negli spalti.

Si guarda molto al modello dell'ispettore Callaghan di Eastwood, con la differenza che qui mancano sia i riferimenti ideologici (in realtà ci sono, ma in superficie) che gli accenni alla realtà violenta e degradata o al razzismo presenti in "dirty" Harry. E, a differenza di NEW YORK ORE 3, che si svolgeva al chiuso anche per risparmiare, qui tutto si svolge all'aperto, con gran quantità di campi lunghi e riprese in Totale del terreno di gioco e degli spalti, con psicologie tagliate con l'accetta e un desiderio palese di arrivare prima possibile alle scene d'azione, molto ben girate. Del resto, a film del genere si chiede questo

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