LA SOTTILE LINEA ROSSA (1998, USA. GUERRA).

DI TERENCE MALICK

L'assalto di un manipolo di soldati statunitensi ad una base giapponese nel bel mezzo del Pacifico durante la seconda guerra mondiale dà a Terence Malick l'opportunità di scrivere e dirigere un film che è di guerra solo in apparenza. Perchè siamo di fronte ad una storia che, meglio e in modo più maturo rispetto ai due ottimi film cui ha legato il suo nome negli anni settanta in cui ha curato regia e script (La rabbia giovane, 1973 e I giorni del cielo, 1978, ), parla dell'uomo, del suo rapporto con quel Dio che ha creato le splendide creature e i vegetali che l'uomo - o almeno qualcuno - ha persino in guerra il tempo di contemplare, ma che poi distrugge\.
Il film, grazie anche all'uso delle voci fuori campo dei giovani militari chiamati a difendere la patria ma anche a compiere azioni di cui mai avrebbero pensato di essere capaci, pone domande che sono alla base dil lavori validi oggi dimenticati come Vittime di guerra (1988, Brian De Palma) o Hamburger Hill (1987, John Irvin). Il fatto di stare in guerra e di battersi per salvare la pelle giustifica crudeltà inenarrabili (questione posta nel film di De Palma)? Ma qui si va ben oltre, e il regista, seguendo i soldati durante l'azione con veloci zoomate o finte soggettive che mostrano ancor meglio la loro umanità e vulnerabilità, mettendo altra carne sul fuoco delle domande. Davvero, l'amore, gli slanci di bontà e generosità che tutti possiamo avere non sono ascrivibili a una generica umanità ma ad Altro? E soprattutto quando e perchè l'uomo ha distrutto quel tesoro, cioè la natura, che quell'ALTRO gli ha donato? La tradizione cristiana, con lucidità, lo chiama peccato originale.
3Fabio Messerini, Laura Agrati e 1 altra persona
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